mercoledì 28 gennaio 2009

LETTERA APERTA AL SINDACO

SUL NUOVO P.U.C. di SAN SALVATORE TELESINO.
(marzo 2008)
Caro Sindaco,
abbiamo letto con attenzione la delibera di Giunta n. 179 del 20.12.2005, il verbale 35 del 29.12.2004 del Consiglio Comunale, e la determinazione n. 69 del 28.03.2006 dell’Area tecnica-manutentiva del Comune di San Salvatore Telesino, tutte inerenti l’avvio della procedura di redazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale (P.u.c.), che dovrà regolamentare per i prossimi anni la tutela ambientale e le trasformazioni urbanistiche ed edilizie del nostro territorio.
Poi, il 19 febbraio scorso, abbiamo partecipato all’incontro informativo sul nuovo P.u.c. e sugli obiettivi che si è posti l’Amministrazione di San Salvatore, e abbiamo seguito con interesse l’illustrazione dei primi risultati del lavoro affidato al gruppo di lavoro guidato dal Prof. Ing. Ferrigni, apprezzando la volontà di coinvolgere in forma di ampia partecipazione la comunità di San Salvatore rappresentata in tutte le sue componenti.
Siamo convinti, infatti, che la partecipazione attiva, e fattiva, dei cittadini potrà contribuire alla realizzazione di un piano realmente orientato all’interesse della nostra comunità, sia dal punto di vista della vivibilità che dal punto di vista socio-economico, migliorando la qualità del nostro ambiente di vita, sia individuale che collettivo.
D’altra parte, la legge prevede espressamente la partecipazione dei cittadini all’iter di elaborazione ed adozione del P.u.c., e auspichiamo di avere la possibilità, ampia e concreta, non solo di essere ascoltati, ma anche di proporre il nostro punto di vista, assieme agli altri. Non è sufficiente illustrare quali scelte saranno state fatte, e nemmeno ci interesseranno le motivazioni di tali scelte, per quanto giuste e condivisibili possano essere, se esse saranno state già fatte; e chiediamo invece che tutte le istanze vengano discusse adeguatamente, e in modo trasparente, prima che le decisioni vengano assunte.
In ogni caso siamo determinati ad esercitare un attento e continuo controllo democratico sulle attività tecniche ed amministrative relative all’intera procedura, e chiediamo dunque che siano garantite adeguate forme di pubblicità, che sia assicurata la consultazione dei cittadini, e che questi possano partecipare attivamente alla formazione del piano.
Sin da ora chiediamo che il piano (e dunque tutto ciò che riguarda le attività che comporteranno una trasformazione significativa del territorio, sia di iniziativa pubblica che per quelle private), ponga attenzione alla qualità del territorio e che tutte le scelte siano indirizzate alla tutela dell’interesse pubblico e del bene comune.
Soprattutto, non vogliamo che il nostro paese segua l’esempio di Telese Terme, assolutamente negativo, di devastazione del territorio per soli fini speculativi, con problemi e storture edilizie ed urbanistiche i cui risultati sono e resteranno a lungo sotto i nostri occhi. Le speculazioni edilizie dovranno essere se non vietate, almeno rese difficili ed economicamente svantaggiose.
Inoltre, chiediamo che il Puc preveda e consenta solo interventi di trasformazione compatibili con le esigenze di salvaguardia delle risorse naturali, paesaggistico-ambientali, agro-silvo-pastorali e storico-culturali del nostro territorio, vincolando rigidamente le trasformazioni fisiche e funzionali ammissibili nelle singole zone in un ottica di sviluppo eco-sostenibile del territorio comunale.
In particolare il P.u.c. dovrà indicare precise e rigide regole per la tutela e valorizzazione del paesaggio agrario attraverso la classificazione dei terreni agricoli, vietando l’ulteriore utilizzo di aree agricole ad alta produttività per insediamenti produttivi, fatti salvi gli interventi realizzati dai coltivatori diretti o dagli imprenditori agricoli.
Ribadiamo in questa sede le proposte già avanzate, che da subito vogliamo vengano attentamente valutate e considerate dai tecnici e dagli amministratori:

Ø Bioarchitettura: applicare i criteri della bioarchitettura, e dunque introdurre prescrizioni specifiche, e un puntuale e preciso sistema di incentivi/disincentivi sugli indici, affinché progettisti e costruttori tengano conto della salute e del benessere di coloro che dovranno abitare/usare le costruzioni, e delle più generali esigenze di contenimento dei consumi energetici, sia in fase di costruzione che di esercizio, della riutilizzabilità/riciclabilità dei prodotti e materiali utilizzati, ecc.
Ø Sostenibilità e tutela del paesaggio: effettuare un dimensionamento congruo del piano, tenendo conto delle reali esigenze di crescita demografica, e privilegiando il recupero delle costruzioni già esistenti rispetto alle nuove edificazioni.
Le speculazioni, sia residenziali che di nuovi insediamenti produttivi, dovranno essere impedite, riducendo gli indici di fabbricabilità (soprattutto quelli relativi al rapporto fra l’area di intervento e la superficie coperta di intervento), riducendo le altezze degli edifici, aumentando le distanze, salvaguardando il verde e riducendo al minimo indispensabile le aree impermeabili all’acqua, con introduzione, inoltre, di prescrizioni ed incentivi per la riduzione dei consumi d’acqua e di energia, sistemi di recupero delle acque reflue e delle acque piovane, ecc.
Ø Risparmio energetico e fFonti rinnovabili: introdurre precise disposizioni, oltre le prescrizioni normative, per incentivare il contenimento dei consumi energetici e l’uso di energia auto-prodotta da fonti rinnovabili, oltre le prescrizioni normative, il cui rispetto dovrà essere rigorosamente verificato.
Ø Inquinamento e mobilità: introduzione di misure specifiche per l’inquinamento acustico, elettromagnetico, luminoso, e programmazione di nuove infrastrutture adeguata alle esigenze, con particolare riferimento a quelle per la mobilità, con specifiche e rigorose prescrizioni per i parcheggi pubblici e privati, per i percorsi pedonali e ciclabili, per le aree verdi e gli spazi di relazione.
Ø Aree per attività produttive: divieto di realizzare nuovi manufatti per attività produttive al di fuori dell’area PIP, comunque da limitare al massimo nell’estensione, cancellazione dell’art. 25 delle vecchie n.t.a., e divieto di trasformazione delle strutture già esistenti per l’utilizzo delle stesse per attività pericolose per la salute e dannose per l’ambiente.

Chiediamo pertanto:

Ø un paese a misura delle bambine e dei bambini: gli alunni delle scuole elementari e medie dovrebbero essere coinvolti con questionari e magari con un concorso di composizione, disegno, fotografia, prodotti multimediali e altre forme espressive, in modo da poter manifestare le loro idee e le loro aspettative rispetto alle future trasformazioni del territorio in cui vivono (alleghiamo un esempio di scheda che può essere distribuiti nelle scuole a cura dell’Amministrazione comunale). Chiederebbero sicuramente piste ciclabili, isole pedonali e percorsi protetti per andare a scuola, luoghi di aggregazione e di relazione, aree verdi, strutture per la pratica sportiva, spazi per giocare tranquilli, … e certamente, se gli daremo la possibilità di esprimersi,e se li sapremo ascoltare, ci fornirebbero intuizioni geniali, che potrebbero diventare progetti e buone pratiche, così come in tante realtà già è avvenuto (si vedano le iniziative, per esempio, della Provincia di Bergamo – FONTE: http://www.cittasostenibili.minori.it/);
Ø edifici progettati e costruiti con i criteri della bioedilizia: il Regolamento edilizio deve essere interamente orientato all’edilizia bio-eco-logica, con prescrizioni vincolanti per ogni intervento, raccomandazioni e forme di incentivazione per gli interventi con soluzioni migliorative rispetto alle caratteristiche prestazionali stabilite dalle norme o dallo stesso regolamento (esempi da prendere a riferimento: comuni di Padova, Modena, Firenze, Grosseto, Faenza, Rigano sull’Arno, e tanti altri – notizie utili su: www.iris.ba.cnr.it/RE/Seminario/Atti/Maiellaro.htm);
Ø attenzione alla tutela del paesaggio e alla salvaguardia della biodiversità: il prossimo P.u.c., in conformità con la legislazione italiana, che ha approvato e recepito, nel gennaio 2006, la Convenzione Europea del Paesaggio (la quale valorizza fortemente il punto di vista delle Comunità nella lettura, interpretazione e tutela-riqualificazione del paesaggio locale), abbia esplicitamente fra i suoi obiettivi la tutela del paesaggio e l’incremento della biodiversità, la valorizzazione delle conoscenze diffuse e dei saperi locali, la conservazione dei corridoi ecologici, la preservazione delle aree agricole come risorsa primaria, la difesa delle capacità produttive agro-alimentari locali, anche con incentivi al biologico e al biodinamico (rif.: coordinamento strategia europea per la biodiversità, osservatorio europeo del paesaggio, modelli di gestione delle aree agricole periurbane – http://www.parks.it/ - http://www.hispa.it/);
Ø adesione ai principi e alle metodologie di Agenda 21: nella definizione delle regole edilizie ed urbanistiche, deve essere considerata come prioritaria la riduzione degli impatti ambientali, dei consumi di energia e delle risorse naturali (gli strumenti di pianificazione territoriale devono promuovere qualità edilizia, risparmio energetico, uso delle fonti rinnovabili di energia, risparmio idrico e recupero, depurazione e riutilizzo, per gli usi compatibili, delle acque reflue, ecc. - rif.: http://www.a21italy.it/ );
Ø attenzione alla sicurezza di persone e cose: riduzione della vulnerabilità sismica diretta dei manufatti (edifici e infrastrutture), controllo dell’esposizione di persone e di beni al pericolo sismico, e applicazione delle norme di protezione rispetto agli eventi sismici e ai dissesti idrogeologici, con particolare riferimento agli edifici pubblici e segnatamente alle scuole, coerenza con il piano di protezione civile, controlli sulla sicurezza dei cantieri e delle opere realizzate, riduzione dei prodotti di sintesi chimica, pericolosi sia nella fase dei lavori che in esercizio, e incentivi all’utilizzo di prodotti e materiali naturali, sani e perfettamente riciclabili;
Ø rigide norme di salvaguardia: l’attività edilizia, nelle more della definitiva approvazione del nuovo P.u.c., deve essere rigidamente controllata, consentendo gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici esistenti e la realizzazione di residenze unifamiliari, e bloccando speculazioni edilizie e la realizzazione di nuove strutture produttive (ostacolando così anche la realizzazione dell’inceneritore).

In conclusione chiediamo che sia costituito un tavolo di ascolto e di confronto permanente, dove tutti possano apportare in qualsiasi momento, nell’interesse comune, idee, proposte innovative, esperienze che potranno essere integrate nel piano, quando siano riconosciute di interesse comune.

Un Sindaco, un’amministrazione comunale, insieme ai cittadini, possono intervenire concretamente sul proprio territorio, attraverso strumenti ed azioni reali basati sul rispetto per l’ambiente e per i beni comuni, l’amore e la promozione della cultura, l’integrazione sociale: il nuovo P.u.c. di San Salvatore Telesino è una straordinaria occasione per incidere, insieme, su tutti e tre questi aspetti, per programmare una politica complessiva di sostenibilità ambientale, di rispetto delle tradizioni culturali e storiche, di amore e cura per i bambini e per gli anziani, perché un paese a loro misura è un paese su misura per tutti.
Non lasciamoci sfuggire questa occasione.

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

La mia foto
Questo è il mio blog più personale. Sono un ingegnere, laureato nel 1990 presso l'università degli studi di Napoli, orgoglioso dipendente della P.A., felice di poter svolgere un servizio di pubblico interesse, ed impegnato anche nella diffusione delle tematiche che più mi appassionano: difesa dei BENI COMUNI, sostenibilità, bioarchitettura, protezione civile, partecipazione democratica ed etica sociale e professionale.