lunedì 26 settembre 2016

citazioni da "IL PAESE DEI COPPOLONI" - VINICIO CAPOSSELA.




Dialogo immaginario fra due muli: "... bisogna telere  gli occhi a riparo, custoditi dal cuoio, come fanno coi nostri, e guardare dritto, solo la strada davanti". "... a qualcuno sembra che riduca la vista portarli, ma invece meglio si guarda quel che si è scelto di fare ..." - pag. 258.

"Quello che ci aveva fino ad allora protetto, ora ci seppelliva. L'ordine si rovesciava.
Le case che avevamo costruito con sacrificio ci seppellivano vivi. La morte non ci volle subito. Ci venne a prendere chi sotto una porta, chi sotto uno stipite, chi sotto una scala ... venne così la morte, in forma domestica, casa per casa" - pag. 250.

"... bene è ricordare, ma a perdercisi dentro si impedisce al tempo di adesso di venire". pag.45.

"Lasciala andare, che male è ostinarsi dietro a chi non ci vuole, ..." -  pag. 38.

""C'era qualcosa di pacificante in quel rimettersi a una volontà superiore. Smettere di sentirsi padroni e artefici di ogni cosa. Si era fatto quello che si era potuto, adesso come vuole Dio facciamo. Non pretendiamo più di quanto non sia in nostra mano" - pag. 32.

" ... alla conquista dell'inutile ..." - pag. 25.

"... ognuno per sollevare il suo nome  deve abbassare quello dei confinanti ... e i pregi si esaltano saltando in testa ai difetti degli altri, ..." - pag. 20.


citazioni da "IL PAESE DEI COPPOLONI" - VINICIO CAPOSSELA.




"Quale eternità ero venuto a comporre? Si è davvero capaci di di stare al riparo di orologi fermi nella nostra sola eternità possibile, rallentare il tempo?
O è nostro istinto, invincibile abbandonare Calipso, lasciare il tempo immobile per quello caduco che consuma e precipita? Perdere il giardino, consumarsi e dissolversi nella dittatura dell'attualità, che ci occulta comunque la Storia? Perdere la verità dell'immaginazione per la menzogna della realtà." - pag. 322.
 
"... in luogo di orti e di vigne, di frutteti e di campi coltivati a giardino, (i terreni) accoglievano in seno capannamenti d'industria che giacevano inutilizzati, eretti ad abbandono lì nella valle, dopo la piena del Contributo" - pag. 392.

Dialogo immaginario fra due muli: "... bisogna telere  gli occhi a riparo, custoditi dal cuoio, come fanno coi nostri, e guardare dritto, solo la strada davanti". "... a qualcuno sembra che riduca la vista portarli, ma invece meglio si guarda quel che si è scelto di fare ..." - pag. 258.

"Quello che ci aveva fino ad allora protetto, ora ci seppelliva. L'ordine si rovesciava.
Le case che avevamo costruito con sacrificio ci seppellivano vivi. La morte non ci volle subito. Ci venne a prendere chi sotto una porta, chi sotto uno stipite, chi sotto una scala ... venne così la morte, in forma domestica, casa per casa" - pag. 250.

"... bene è ricordare, ma a perdercisi dentro si impedisce al tempo di adesso di venire". pag.45.

"Lasciala andare, che male è ostinarsi dietro a chi non ci vuole, ..." -  pag. 38.


""C'era qualcosa di pacificante in quel rimettersi a una volontà superiore. Smettere di sentirsi padroni e artefici di ogni cosa. Si era fatto quello che si era potuto, adesso come vuole Dio facciamo. Non pretendiamo più di quanto non sia in nostra mano" - pag. 32.

" ... alla conquista dell'inutile ..." - pag. 25.

"... ognuno per sollevare il suo nome  deve abbassare quello dei confinanti ... e i pregi si esaltano saltando in testa ai difetti degli altri, ..." - pag. 20.
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Questo è il mio blog più personale. Sono un ingegnere, laureato nel 1990 presso l'università degli studi di Napoli, orgoglioso dipendente della P.A., felice di poter svolgere un servizio di pubblico interesse, ed impegnato anche nella diffusione delle tematiche che più mi appassionano: difesa dei BENI COMUNI, sostenibilità, bioarchitettura, protezione civile, partecipazione democratica ed etica sociale e professionale.