lunedì 18 dicembre 2017

IL VOLTO UMANO DELLA MEDICINA

IL VOLTO UMANO DELLA MEDICINA
Sopratutto quando sei sempre stato in buona salute,  e questo magari ti porta anche a pensare di essere magicamente invulnerabile ...nel momento in cui subentra invece una situazione  di malattia grave, soprattutto se improvvisa, Ti vedi perso!
Per esperienza diretta posso ora dire che, insieme a tante altre cose, naturalmente (supporto e Amore della famiglia, affetto e solidarietà degli amici, ...disponibilità economiche, ....) è fondamentale la competenza, certo, ma anche la capacità di ascolto e l'empatia dei medici che "accolgono" la tua vicenda.
Ebbene, è per me doveroso rivolgere un GRAZIE di cuore (con il cuore in mano) ai miei dottori:
Antonio Perna di San Salvatore T.
Giuseppe Catapano e Guido Giordano di Benevento;
Pasquale Aiese di Napoli
Roberta Morace del Neuro Med di Pozzilli (IS);
Patrizia Grasso ed Elena Soreca del'U.O. di Oculistica della clinica Gepos di Telese T.
paolo-ferroli   del dipartimento di neurochirurgia dell'Istituto "Carlo Besta" di Milano

Tanta forza e tante energie ho potuto poi trarre dalle risorse, e difese costruite durante il mio precedente,  bellissimo percorso di psicoterapia personale con la dott.ssa Alessandra Ripa di Roma
 
                                                                           GRAZIE

GRAZIE

GRAZIE 

sALLE "SUGGESTIONI" di Pasquale Aiese:  
Non trascurate le indicazioni del Dott. TEMPO, e, soprattutto, non dimenticate l'assunzione della "medicina RIPOSO"

il mio "allert" sono stati problemi allla vista: non trascurate nessun segnale del vostro corpo!

giovedì 14 dicembre 2017

IL VOLTO UMANO DEL DIRITTO - Riflessioni sulla modernità



"Il volto umano del diritto: riflessioni sulla modernità"

 Il corso "Diritto e letteratura", tenuto dal prof. Felice Casucci, quest'anno è stato dedicato ad un approfondimento su "Il volto umano del diritto" da diversi punti di vista. In particolare, nell'ultimo incontro, abbiamo ascoltato il contributo della prof.ssa Fabiana Cacciapuoti, dal titolo: "Il volto umano del diritto: riflessioni sulla modernità".
La prima questione che questo percorso pone è inevitabilmente quella di definire il significato di "volto umano del diritto" , e la prof.ssa, per rispondervi, ha fornito uno spunto molto interessante. Nel volume dedicato ad Aldo Moro, di F. Vittoria, si intende la politica come non coincidente col potere, in quanto essa deve essere piuttosto una rappresentanza del bisogno: chi governa, chi fa le leggi, deve ascoltare dolori e necessità di coloro che cercano risposte. L'importante sarebbe considerare quelle persone come singoli, come individui, e non come parte della massa.
A questo era già arrivato Leopardi, quasi duecento anni fa, quando nel suo Zibaldone scriveva "Rido della felicità delle masse, perché il mio piccolo cervello non concepisce una massa felice, composta d’individui non felici”. Paradossale, allora, che oggi nel nostro Paese ci si riferisca ancora al PIL come indicatore del benessere; un benessere che, molto evidentemente, non ci appartiene. È anche vero, però, che gli individui tendono essi stessi a uniformarsi e vivere in massa come ricerca di sicurezza; lo fanno chiudendosi contemporaneamente in un individualismo e in un egoismo totali. Sono due facce della stessa medaglia: la crisi della società. Leopardi pensava che ciò fosse dovuto ad un allontanamento dell'uomo dal sistema armonioso della natura, che è in equilibrio col logos. Quando la ragione prende il sopravvento e cerca di dominare ogni cosa, la società si proietta verso il progresso sfrenato e i rapporti tra le persone si sciolgono. In un mondo tecnologico, virtuale, consumistico fino ai limiti del possibile, forse le masse sono ottimiste, felici anche, ma la felicità dei singoli e la solidarietà con gli altri passano in secondo piano. L'uomo non è più umano, ma diventa un ingranaggio di qualcosa che non vede, accettando passivamente di farne parte; le emozioni non hanno più senso, non hanno più luce e si reprimono, perché in questa nuova realtà il motto è "Controllo". Ma il controllo porta al non sentire più, e ad una triste indifferenza verso tutto e tutti, perché difendendosi dal pathos, con l'esasperazione del logos, si diventa immobili, come diceva anche Schopenhauer; è ciò che Leopardi chiamava "strage delle illusioni", il reprimere "gli slanci dell'animo proprio". Nella società di oggi soprattutto i giovani non trovano spazi e momenti comunitari per far bruciare proficuamente quel fuoco che arde dentro ognuno di noi e ciò può sfociare in atteggiamenti distruttivi per sé e gli altri, in un'esplosione o in un'implosione, cioè nella depressione. Per il poeta recanatese questo derivava anche da un incivilimento esasperato, quella spiritualizzazione che oggi è virtualizzazione, che uccide le passioni e rende difficile la coesione tra gli uomini. Essi diventano come colonne d'aria in uno spazio stretto, una società stretta, sempre in lotta per prendere l'uno il posto dell'altro e accrescere il proprio potere.
Il filosofo polacco Bauman definisce la società come liquida, caratterizzata da decostruzione, deregolamentazione, disordine; consumiamo per consumare, al primo difetto gettiamo via e ricompriamo e facciamo lo stesso con le persone, con il lavoro, con la natura. Società e individui sono immersi nella precarietà, nell'instabilità, nell'egoismo; assistiamo alla liquefazione delle grandi ideologie, degli obblighi etici, dei sani rapporti umani. Infatti nel suo libro Amore liquido Bauman trasla la crisi della società nella crisi delle relazioni che si fanno occasionali, utilitaristiche; la solidarietà diventa privilegio di pochi e gli "scarti umani", chiunque sia stato privato dei suoi modi e mezzi di sopravvivenza, si ritrovano soli. Nell'antica Roma si parlava di homo sacer, quello fuori dalla giurisdizione, oggi si parla di immigrati, disoccupati, reietti della società. Lo Stato, non potendo risolvere i  loro problemi, li allinea alla paura, al timore, stimolando pregiudizi ed egoismo. Lévinas offre una soluzione allontanandosi da una filosofia ontologica che si concentra sull'io, sull'ego, e concentrandosi altresì sull'etica, che si articola in vari aspetti: il mettersi in relazione con gli altri, il rispettare la diversità accettandola e facendone tesoro, l'ospitalità e l'accoglienza prive di pregiudizi. Per lui la risposta è nel volto dell'altro, dove possiamo vedere e ascoltare la parola dell'infinito. D'altronde Leopardi era già arrivato a questa conclusione sia nel Dialogo di Plotino e Porfirio che nella Ginestra, ponendo come ultima speranza la "social catena", la comune consapevolezza e quindi la comune lotta.
Ci stupiremmo di come un atto di solidarietà e generosità gratuita sia già una battaglia vinta. 


Isabella SANTILLO  (17 anni)

 LA NOSTRA SPERANZA SONO I NOSTRI GIOVANI (E LA SCUOLA E GLI INSEGNANTI CHE LI PREPARANO.




martedì 12 dicembre 2017

Nella mia vita ho affrontato sempre tutto con grande determinazione, ma questa brutta disavventura del tumore al cervello non pensavo proprio che avrei potuto trovare la forza per affrontarla....

Se poi ho trovato in me stesso anche queste energie, oltre che all'immenso Amore della mia meravigliosa  FAMIGLIA, moltissimo devo anche all'affetto degli amici, dei colleghi del lavoro e persino di tanti semplici conoscenti che non mi hanno fatto mancare un pensiero o un incoraggiamento.
Voglio quindi  ringraziare TUTTI di cuore, e rendere testimonianza del grande e decisivo supporto che ho avuto.
GRAZIE , GRAZIE, GRAZIE.

Pertanto quando ci sono persone in difficoltà, non fate mai mancare il vostro sostegno.

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Questo è il mio blog più personale. Sono un ingegnere, laureato nel 1990 presso l'università degli studi di Napoli, orgoglioso dipendente della P.A., felice di poter svolgere un servizio di pubblico interesse, ed impegnato anche nella diffusione delle tematiche che più mi appassionano: difesa dei BENI COMUNI, sostenibilità, bioarchitettura, protezione civile, partecipazione democratica ed etica sociale e professionale.