Siamo qui per discutere alcune emergenze che interessano il nostro territorio, alcune già ampiamente note in Valle Telesina, altre che forse ancora non sono percepite come tali, ma che potrebbero in futuro arrecare ulteriore pregiudizio alla salubrità dell’ambiente nel quale viviamo e alle risorse agricole, enogastronomiche e turistiche di cui ancora possiamo vantarci, e senza alcun vantaggio economico per i cittadini.
Si tratta di problematiche apparentemente diverse, ma che hanno un filo che le lega tutte: si tratta, in ogni caso, di beni pubblici, cioè di tutti, che vengono svenduti per favorire gli interessi di pochi.
Subdolamente ci parlano di libero mercato e liberalizzazioni, ma invece, quasi sempre, si tratta di privatizzazioni di servizi e beni essenziali in regime di monopolio, realizzate in modo da sabotare anche le “regole di mercato” che potrebbero garantire quanto meno una reale concorrenza.
Alcuni anni fa ebbi un incubo terribile: l’amministrazione della giustizia, ed il sistema penitenziario, erano stati privatizzati, con tutta una serie di drammatiche conseguenze. Mi svegliai angosciato, e tuttavia potei consolarmi pensando che si era trattato solo di un sogno e che mai sarebbe potuta accadere realmente una cosa del genere.
Ebbene temo che mi sbagliavo: l’art. 15 della legge 135 del 19 novembre scorso ha disposto una nuova disciplina dei Servizi Pubblici Locali (acqua, rifiuti, …) ed ha posto le basi per la prossima “privatizzazione con svendita” delle aziende pubbliche locali (ce ne parlerà estesamente Salvatore Carnevale, del Movimento per la difesa dell’acqua); la scuola pubblica è di fatto sotto attacco, e le si continua a sottrarre risorse senza invece mai intaccare i finanziamenti alla scuola privata, anzi aumentandoli, l’energia, le comunicazioni e i trasporti sono ormai quasi completamente nelle mani dei privati, ….
Sulla stampa si legge inoltre che uscirà a dicembre un decreto che trasformerà la protezione civile in una SpA con il Presidente del Consiglio come amministratore unico (almeno per il momento): insomma, stanno per privatizzare l’emergenza, ovvero una situazioni in cui già oggi si opera con poteri illimitati, con discrezionalità assoluta, facendo operazioni ed investimenti al di fuori di ogni controllo; ma con questo decreto si avranno effetti ancora peggiori sulla trasparenza, per esempio, di assunzioni e gare d’appalto.
Eppure sembriamo poter accettare ogni cosa senza reagire, un po’ perché assuefati e rassegnati, e un po’ perché il controllo dell’informazione è così capillare che ben poche sono le voci e le opinioni di dissenso che riescono a trapelare, immediatamente sommerse dalle rassicuranti repliche di chi ormai detiene tutti i poteri, tranne, per il momento, quello giudiziario. E qui torniamo al mio incubo: con le carceri che ormai debordano di “delinquenti” comuni, soprattutto tossicodipendenti, e la mancanza di risorse denunciate dallo stesso responsabile dei servizi, fra quanto tempo pensate che sarà data la possibilità ai privati di costruire carceri, certamente senza far mancare loro deroghe di ogni tipo ed incentivi? E le ipotesi di riforma della magistratura, in primis la separazione delle carriere fra P.M. e Magistrati Giudicanti, cosa credete che siano, se non l’avvio di una trasformazione in senso privatistico del ruolo di Giudice?
Tuttavia gli enti locali, ed in particolare i comuni, possono opporsi a queste logiche, e rivendicare e concretizzare i loro spazi di autonomia.
Perché ciò avvenga, però, è necessario che i cittadini incalzino i loro rappresentanti eletti. Intanto bisogna smetterla di disinteressarci dei nostri conti e di come vengono gestite le nostre risorse. Bisogna rifiutare le logiche clientelari e muoversi in associazione, come gruppi aperti, dove prevalga l’interesse collettivo e non quelli particolari.
Certo ci sono da fronteggiare resistenze e diffidenze: tempo addietro, un amministratore del mio comune, rispetto alla richieste perché si avviasse una redazione partecipata del bilancio preventivo, e di sottoporre al controllo dei cittadini il bilancio consuntivo, così come si fa da anni in tante amministrazioni, italiane e non, reagì con le seguenti testuali parole, che poi mi sono state riferite: “vuol dare il potere al popolo!”.
Ma quello di partecipare alle decisioni che ci riguardano è un nostro diritto, e non una richiesta eversiva, ed oggi sono disponibili tutti gli strumenti, culturali, legislativi e tecnologici per rendere effettivo questo diritto.
Dunque, andiamo a prenderci quel potere di decidere, che, in democrazia, è nostro, è dei cittadini.
Il nostro impegno civile, come abbiamo dimostrato con la vicenda VOCEM, anche se adesso dobbiamo ancora attendere l’esito dei ricorsi al TAR, ovviamente facendo sentire comunque la nostra voce agli Enti citati, è fondamentale per opporsi alle aggressioni che il nostro territorio sta subendo, per gli interessi di speculatori ed affaristi, che spesso non trovano nessun ostacolo dai nostri rappresentanti politici, per inadeguatezza, magari in buona fede, o per incapacità o, ancora, a volte, per complicità.
Dobbiamo assumerci quindi la responsabilità, come cittadini, di vigilare, controllare, chiedere spazi di democrazia e partecipazione, fare proposte, rappresentare buoni esempi e pratiche virtuose e, quando ci è consentito, lavorare insieme alle amministrazioni per realizzare ogni tipo di iniziativa che vada nella direzione di perseguire l’interesse collettivo.
E’ certo, purtroppo, e qui concludo, che gli spazi che i cittadini lasciano liberi dal loro controllo democratico, vengono immediatamente occupati da imprenditori, professionisti e associazioni di categoria, che vanno a negoziare all’interno delle istituzioni, con modalità lobbistiche, o per il tramite dei loro rappresentanti eletti, tutto ciò che possono: incarichi, affidamenti, finanziamenti, concessioni, …
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Informazioni personali
- Pierluigi Santillo
- Questo è il mio blog più personale. Sono un ingegnere, laureato nel 1990 presso l'università degli studi di Napoli, orgoglioso dipendente della P.A., felice di poter svolgere un servizio di pubblico interesse, ed impegnato anche nella diffusione delle tematiche che più mi appassionano: difesa dei BENI COMUNI, sostenibilità, bioarchitettura, protezione civile, partecipazione democratica ed etica sociale e professionale.
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